Interroghiamo i prof.! Doppia intervista alla docente Teresa Bruzzese sui temi del bullismo e del cosmo LGBT
Bullismo, cyberbullismo, tematiche legate al mondo LGBTQ+... Sono tutte questioni che riguardano da vicino studentesse e studenti delle scuole secondarie, purtroppo, a volte, in modo traumatico. Per questo se ne parla, per questo è giusto approfondire, comprendere, conoscere e confrontarsi. Alcune alunne hanno deciso di porre domande dirette, senza peli sulla lingua, proprio ai docenti. In particolare questa prima intervista ha come protagonista la professoressa Teresa Bruzzese, che insegna lettere, storia e geografia da molti anni nella nostra scuola e ricopre l'importante carica di collaboratrice della Dirigente.
L'intervista si articola in due sezioni: la prima, a tema bullismo e cyberbullismo, è stata ideata, svolta e scritta da Emma De Notaris e Bianca Moscatelli; la seconda, a tema LGBT, da Vittoria Giofrè e Giorgia Kumanaku.
Emma De Notaris e Bianca Moscatelli con la professoressa Teresa Bruzzese |
Vittoria Giofrè e Giorgia Kumanaku con la professoressa Teresa Bruzzese |
BULLISMO E CYBERBULLISMO
1- Ha mai visto un atto di bullismo tra i suoi alunni?
Io, per principio, ho sempre chiesto ai ragazzi di segnalare qualsiasi atto di bullismo per riuscire a combattere questo fenomeno in continuo aumento.
2- Che provvedimenti prende per gli atti di bullismo?
Quando mi viene segnalato un atto di bullismo, la prima cosa che faccio è richiedere un colloquio con il coordinatore della classe, per comprendere la situazione in generale dell’alunno. Successivamente chiedo un colloquio con la vittima segnalata e se viene confermato l’atto di bullismo, convoco il responsabile, cioè il” bullo”. Cerco di farlo riflettere rispetto all’azione compiuta. In un secondo momento si concorda con il Dirigente, il coordinatore, con il consiglio di classe ed i genitori rappresentanti, un consiglio straordinario, pertanto si decide per un’ eventuale sospensione o meglio per un percorso educativo utile all’allievo per la crescita civica. Personalmente, sono una grande promotrice dei servizi utili alla cittadinanza ed ai percorsi di educazione civica. E’ necessario che da una situazione di sospensione si esca con un insegnamento, crescita, maturazione personale.
3- Secondo lei è più frequente il bullismo o il cyberbullismo?
Il bullismo ed il cyberbullismo, secondo il mio parere, stanno procedendo purtroppo di pari passo perché, il più delle volte, mentre si compie un atto di bullismo, si effettua una ripresa audio e/o video che immediatamente vengono messi in rete. Questi atti spregevoli, compiuti nei confronti dei più fragili, dei più piccoli, vengono catapultati sotto gli occhi di tutti, per dimostrare una superiorità che in realtà nasconde fragilità e debolezza.
4- Cosa posso fare se sono vittima di bullismo?
Se si diventa vittime di bullismo o di cyberbullismo, bisogna essere molto coraggiosi e bisogna assolutamente rivolgersi ad un adulto, che può risolvere la situazione. E’ necessario denunciare, non bisogna rimanere in silenzio.
5- C’è un’età in cui il fenomeno si concentra maggiormente?
Le prime manifestazioni di bullismo iniziano a partire dai nove anni, ma diventano molto problematici tra i 12 e i 18 anni.
6- Ha mai visto sui social qualche atto di bullismo?
Purtroppo si, ho visto più volte attraverso i social atti di bullismo, atti spregevoli, ma quelli che mi rattristano di più sono quelli rivolti ai ragazzi con diversa abilità. Non possono esistere questi atti, si devono combattere con tutte le forze. Nessuno deve prevalere con violenza nei confronti dei più fragili. Bisogna costruire un percorso con i nostri studenti che li faccia crescere in modo sano, collaborativo, di aiuto nei confronti degli altri. Bisogna promuovere percorsi di volontariato, di aiuto tra pari, di collaborazione. Io credo nei ragazzi e sono convinta che, se costruiamo basi solide, un grande gruppo forte e coeso, possiamo percorrere una strada meravigliosa per far camminare insieme a noi anche colui che ha sbagliato.
Qual è il suo pensiero personale sulla comunità LGBT?
Io sono sempre stata a favore della libertà individuale, nel senso che ognuno di noi deve essere libero di esprimere la propria identità sessuale, senza il timore di essere additato in modo dispregiativo. La comunità LGBT, infatti ha lo scopo di enfatizzare le diversità delle colture basate su sessualità e identità di genere. Nel passato, per esempio, non c’era un termine per indicare la non- eterosessualità che non avesse senso offensivo, in quanto tutti i termini correlati avevano significato denigratorio. Da allora sono stati infatti molti passi in avanti ed altri se ne faranno per dare voce a tante situazioni che prima rimanevano nascoste, silenti.
Conosce qualcuno che fa parte di questa comunità?
Certamente. Conosco tante persone che ne fanno parte e che lottano per ottenere dei diritti non ancora pienamente riconosciuti.
Cosa pensa dell’omofobia?
L’omofobia è la paura e l’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità, della bisessualità e della transessualità, è basata sul pregiudizio.
L’UE la considera analoga al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo. Io sono contro ogni forma di pregiudizio, amo la vita, le persone, la loro ricchezza di pensieri, la loro mente, il loro cuore, non sono interessata a nessun genere di atteggiamento che porta all’odio.
Ha mai visto anche attraverso i social manifestazioni della comunità LGBT?
Si, ho visto attraverso i social parecchie manifestazioni delle comunità LGBT. Manifestare è un diritto di ognuno di noi, è giusto, ma senza eccedere, come ogni cosa, solo per avere visibilità mediatica.
Se in classe ci fosse qualche situazione di omosessualità, cosa farebbe?
Ogni singolo alunno è per me fonte di ricchezza e se qualcuno di voi dovesse chiedermi aiuto, chiarimenti, sostegno, troverei il modo di parlarne in classe, in modo da alleggerire ogni eventuale pensiero negativo, paura, tensione.
Tutti gli allievi sono fantastici, riescono a comprendere, a discutere ed a risolvere tanti problemi che per noi grandi sono insormontabili. Hanno solo bisogno di una guida. Io sono in classe per fare da guida.
A cura di
Emma De Notaris e Bianca Moscatelli,
Vittoria Giofrè e Giorgia Kumanaku
Commenti
Posta un commento